La luce del tramonto
spalancati dei lampioni
davanti alla mia casa, nella
luce opaca che dilegua
col suo alone stento.
E' piovuto da poco e si propaga
ancora il pianto dalla strada sui
vetri gocciolanti e sulle mani
giunte a ricoprire il vuoto
maledetto dell'Assenza.
Ti ritrovi, dunque, in una delle tante sere della tua "Cronaca di un'Assenza". Una sera che si sta consegnando alla notte. Così come la luce arancio dei lampioni conquista impalpabile il grigio dell'asfalto. Se c'è un po' di fuoco ancora, significa..., racconti ai colori dell'aria. Lo sai però: un oltre non c'è. Sul palcoscenico del cielo non resta dell'Assente nemmeno un ricciolo fatto stella. Il blu si cambia in nero, i toni accesi sbiadiscono. Tutto rotola mentre agiti le mani a sondare il cupo per rubarne brandelli da stringere tra le dita. Quasi fossero le reliquie dell'amore ormai concluso.
Così credi.
Poi la morte ti si fa compagna, respirando nel tuo respiro perché è tutt'uno con Lei, la creatura involata in un mezzogiorno di primavera. E allora l'ami, quella morte bastarda, di un amore immenso.