Dentro la spina
Siamo all'inizio di Dentro, la seconda silloge del libro.
Ora scivolo nelle visioni.
Mi lascio andare finché mi allento in ciò che mi circonda. Accedo a un cinerama virtuale dove tutto è possibile.
Assorbo forme.
Sono spina e sangue, roccia, cuspide, pioggia, neve, pianeta.
Sono puro flusso.
Elemento tra gli elementi, senza emozioni, uso un bisturi metaforico per aprire, penetrare, capire.
Congiungendomi alla forza per cui respiriamo.
Non mi basta più La certezza del Mutamento, condizione esistenziale persino consolatoria nel suo altalenare di processi ciclici palesi e indiscutibili. Talmente raffinati da convergere, però, in un punto, smorzandosi o conflagrando a nuovi inizi, legati alla loro stessa fine. Forse.
Il punto è la mia meta.
Là voglio andare.
Attratta da quel graffio nella maschera del mondo, percorrerò l'ignoto.