Dal nucleo di Cristo
Eccoci nel cuore di “Dentro”, la seconda silloge del libro. Ho le mani come scavini, pronte a sondare ciò che mi macera. La mente accorda e disunisce mentre percorro le soglie di astrazione delle mie mistiche quotidiane. La vista si volge alla pura attesa di un portento. Che avviene.
Là so allargare lembi di Cielo e rivoltarli e guardarne i segni. Tra credulità eccitata e fulminea disillusione. Perché è la figura di Cristo a diventare, a questo punto, una mappa di domande e risposte, contrappuntate dalle reazioni intrinseche al nostro essere creature pensanti sì, ma anche reliquie di qualcosa che è avvenuto troppo tempo fa e ci ha trasformati inducendoci all’Amore. Per affidarci, poi, a solitudini desolate. Trafitti sempre dal dubbio. Fonte di ogni conoscenza, si dice. Che non può, tuttavia, raccontarci nulla della sostanza sacra. La cui Verità è oltre qualsiasi comprendere. Sta – lo sento - nella scintilla che ci accende l’anima soffocando la ragione. A capirla non contano miti né nudità innocenti mirabili di immediato splendore.
Togliere veli è il mio destino.