Luminescente, chiara, la luna
Eccola lassù, la luna. Struggente nel suo diafano essere. Chiara. Pallida di stupore pende da millenni sugli eventi umani.
Oh, così bella e vaga di contrasti!
Materia traslucida, la sua pelle. Non tutta della stessa sostanza perlacea, però. A volte qualche macchia rivela un intimo incupirsi. L'anima perforata da pensieri infiammati pur nell'apparente indifferenza. Il candore che si sporca un po’. Come se volesse accondiscendere alle nature imperfette, ma esitando, sospesa per lo sconcerto dell’impulso.
Alzo le braccia e parlo parole senza senso.
A lei che, in fondo, ha la ragione del suo farsi trovare ogni notte e scendere lungo una scala di raggi e accoccolarsi nel mio palmo. Potrei salire io, e rannicchiarmi nel suo grembo. Sarebbe lo stesso.
Lei saprà dirmi il riso e il pianto di generazioni. Saprà. Dirmi.
Perché:
e nel belletto amaro della Luna.
(L'eterea lamina argentata
confonde gli occhi e li persuade
con l'assenso misurato delle stelle
che appaiono più in là.)